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Cronaca dell'accaduto

14 maggio 1993 - Un'autobomba esplode a Roma, nel quartiere residenziale dei Parioli, poco dopo il passaggio della vettura del giornalista Maurizio Costanzo. 

 27 maggio 1993 - Un furgone pieno di esplosivo scoppia nella notte a Firenze, ai piedi della torre medievale che ospita l'Accademia dei Georgofili. L'attentato provoca la morte di cinque persone e una trentina di feriti. La strage sarà attribuita a Cosa Nostra. 

27 luglio 1993 - Nella notte un'autobomba esplode in via Palestro, a Milano, davanti al padiglione di arte contemporanea.
Viene individuata da una pattuglia di vigili urbani una macchina Fiat Uno, dai cui finestrini fuoriesce del fumo.
Vengono avvertiti i vigili del fuoco. Giunti sul posto, aprono l’autovettura, nel portellone posteriore si scopre un involucro di grosse dimensioni che occupa tutto il portabagagli. I Vigili del Fuoco, coscienti del grave pericolo, si attivano comunicano rapidamente al comando quello che sta accadendo e contestualmente chiudono la zona recintandola, per evitare una strage maggiore salvando la vita ai passanti. Ma mentre effettuavano le operazioni di messa sicurezza la Fiat Uno viene fatta esplode con un telecomando a distanza. I mafiosi visto che il piano non era andato come loro avevano previsto, decisero ugualmente per l’esplosione. Vengono uccisi il vigile urbano Alessandro Ferrari, i vigili del fuoco Stefano Picerno, Sergio Pasotto, Carlo La Catena e un cittadino marocchino. Vengono anche danneggiati il padiglione e la galleria di arte moderna, con danni al patrimonio artistico, e ci sono molte altre persone ferite. L'attentato sarà attribuito a Cosa Nostra. 

28 luglio 1993 - Poco dopo la mezzanotte, due vetture piene di esplosivo scoppiano quasi contemporaneamente a Roma, davanti alle chiese di San Giorgio al Velabro e di San Giovanni in Laterano: ci sono una ventina di feriti e gravi danni al patrimonio artistico. L'attentato sarà addebitato a Cosa Nostra. Tutto è avvenuto nel periodo in cui la mafia per contrapporsi all’articolo 41/bis conosciuta meglio come “carcere duro”, ha provato, con i suoi espedienti, a ricattare le Istituzioni e a seminare morte cercando di colpire gli Uomini e il Patrimonio dello Stato, facendosi, condizionava le scelte politiche e di gestione del nostro Paese, mettendo a rischio la Libertà del Popolo. L’attentato si configura quindi in periodo molto delicato del nostro Paese. Si scagliano anche contro la chiesa per il discorso fatto dal Papa Giovanni Paolo II, nella valle dei templi in Agrigento, contro la mafia.


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